Under 18: un buon primo tempo non basta contro la capolista Pieve

Reno Bologna 10 – Pieve 52

Bologna, 11 dicembre 2016

L’under 18 della Reno Rugby che abbiamo visto oggi contro il Pieve, capolista del girone regionale, è più che una speranza. Un primo tempo giocato con ritmi elevati, con i ragazzi di Montaguti impegnati a contendere agli avversari metro dopo metro, mettendo in campo un impegno e una combattività individuale che non è più una sorpresa, ma ormai rappresenta il tratto distintivo della squadra: si lotta con convinzione dal primo all’ultimo minuto di gioco. Un atteggiamento che ha finito per preoccupare i ragazzi del Pieve, probabilmente scesi a Bologna con l’aspettativa di una partita facile, dal risultato scontato.

Una preoccupazione che è apparsa evidente, quando, alla fine del primo tempo, il punteggio era inchiodato sul 12 a 5, una situazione che lasciava aperte tutte le possibilità. Il secondo tempo invece ha avuto un epilogo sfavorevole ai gialloblu, nonostante la realizzazione di una pregevole seconda meta. Alcune sbavature difensive di troppo hanno consentito agli avversari di incrementare il bottino di punti a favore, fino a creare una distanza incolmabile.

Il Pieve ha dimostrato di meritare il posto che ha in classifica, costruisce con pazienza e disciplina le varie fasi di gioco, può contare su un pacchetto di mischia di tutto rispetto, è puntuale ed efficace nella gestione dei punti di incontro. I nostri ragazzi non hanno però nulla da rimpoverarsi, la squadra è in continua ed evidente crescita, ma serve ancora tempo, lavoro e dedizione per rendere automatici i meccanismi difensivi, esercitare con efficacia e puntualità la necessaria pressione sui portatori di palla avversari, gestire con ordine le ripartenze.
Certo sarebbe bello avere una bacchetta magica, produrre l’incantesimo di vedere una squadra che ascolta l’allenatore nel briefing pre-partita e applica alla lettera le sue indicazioni, interpretando al meglio le varie fasi dell’incontro. Ma siccome da adulti non si crede più alle favole e nessuno proviene dalle giovanili degli All Blacks, la narrazione possibile di questa under 18 è quella di un gruppo di ragazzi in formazione, che sta lavorando con passione per consolidare la propria tecnica individuale e metabolizzare i fondamentali di una disciplina sportiva così complessa, come è quella del rugby a 15.

Le partite da interpretare, le tattiche di gioco da applicare, gli schemi da realizzare: tutto questo diventa fattibile se tutti, nel campo come fuori dal campo, comprendono che gli obiettivi si conseguono procedendo per tappe successive.
In fondo basta poco: serve solo l’umiltà di accettare che non si passa allo step successivo se non si è completato quello precedente, che non si arriva in meta senza una squadra che prima di tutto sa difendere, dove ognuno svolge il proprio ruolo perché tutti possano svolgere al meglio il loro.
Ciò non toglie che anche l’incontro di oggi, nonostante il pesante passivo finale, possa essere considerato come un’ulteriore tappa di avvicinamento al risultato che in pochi consideravamo possibile all’inizio del campionato regionale: quello di affrontare il girone di ritorno con una squadra competitiva, in grado di giocarsi alla pari ogni singolo incontro, partita dopo partita.

 

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